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gni giorno ha il suo
affanno
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l cielo è grigio,
compatto. La neve copre completamente i prati e le strade, l’aria è gelida,
intensamente gelida, tanto da rendere tutto ovattato e particolarmente
silenzioso. Il freddo, come una morsa, serra ogni forma di attività, ogni
movimento, rendendoli pesanti e difficili.
La vita rallenta, e la prima impressione è che si
perda del tempo utile per fare qualcosa.
Eppure qualche anno fa un inverno particolarmente
mite, accolto con grande sollievo, in cui tutti si erano rallegrati delle
temperature gradevoli, in primavera ci era costato caro. Migliaia di insetti e
parassiti, sopravvissuti alla stagione passata, ci avevano regalato una
primavera di malanni e fastidi.
A volte, molto più spesso di quanto pensiamo, il
gelo è utile.
Anche per la nostra fede.
Dei momenti bui, freddi, con difficoltà intense,
che si protraggono nel tempo, in cui sembra che non ci siano risultati
spirituali e la nostra attenzione sia concentrata solo a superare gli ostacoli,
sono una realtà che ogni credente ha conosciuto o comunque dovrà conoscere.
Forse li viviamo come un periodo di apatia
spirituale, non troviamo piacere nella lettura e nella meditazione della parola
di Dio, fatichiamo ad ubbidire, ma andiamo avanti.
Questi periodi, necessari se non indispensabili,
sono quelli della crescita.
È in questo modo che Dio vuole modificare la
nostra mente ed il nostro spirito e anche se sembrano periodi infruttuosi, di
fatto ci spingono alla riflessione, a rimettere in discussione noi stessi e la
nostra vita, servono a toglierci la “crosta” di orgoglio e di autosufficienza
che si è formata durante la “bella stagione”.
Se vissuto nel modo giusto, con sottomissione e
ringraziamento a Dio, l’inverno spirituale può avere un’ ampia e persistente
efficacia per noi stessi e per la chiesa, ed è un aspetto indispensabile per la
crescita e la maturazione.
La Parola di Dio, ci mostra uomini che hanno
vissuto grandi e profondi periodi di crisi, forse anche più duri di quelli che
viviamo noi, in cui era in pericolo la loro stessa vita.
Da Abramo a Davide, da Geremia a Paolo vediamo
che tutti hanno avuto momenti in cui riflettere, attendere, ancora riflettere,
e aspettare la risposta dell’Eterno, che poi è arrivata al momento giusto sia
per loro che per il prossimo.
La maturazione avviene in modo lento e costante,
spesso in maniera impercettibile.
Arriva, poi, il momento in cui il Signore decide
di usare il “prodotto” giunto a maturazione per adempiere al compito che gli ha
riservato. Fino al prossimo inverno…
Finché saremo in vita su questa terra sarà un
buon segno vivere di questi periodi.
Vivere la crisi e superarla è indispensabile per
ogni credente ed è un segno di vitalità spirituale e di progresso.
A volte mi sono trovato a pregare con un tono di
rispettosa sfida: “Adesso voglio proprio vedere come fai a tirarmi fuori da
questo problema in un tempo tanto ristretto!”.
Dio non mi ha mai deluso.
E mi ha soccorso in tante di quelle occasioni che
ormai non riesco a ricordare neppure tutte le circostanze.
Certo se pretendiamo oggi la forza necessaria per
affrontare un gelido inverno di domani abbiamo perso in partenza.
Oggi avremo solo la forza necessaria ad
affrontare il freddo di oggi.
Ci sono
situazioni in cui una prova ci sembra insostenibile se pensiamo di doverla
vivere ancora un altro giorno.
Ma Dio ci invita a riposare sulla sua promessa e
a constatare la sua fedeltà giorno dopo giorno.
L’energia, la forza spirituale e la grinta per
affrontare gli inverni gelidi che ci attendono sono doni che arrivano solo nel
momento del bisogno.
Non possiamo reclamarli oggi.
Oggi dobbiamo solo guardare a quello che abbiamo
potuto fare e ringraziare il Signore del suo intervento e delle piccole e grandi vittorie quotidiane.
E a primavera ci accorgeremo di quanto è stato
utile sottomettersi e andare avanti con fatica durante l’inverno. n
Giulio Credazzi