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on facciamoci prendere dal solito panico

 

 

 

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hissà quale sarà stata la sensazione di Giovanni Battista nel sapere di essere una “voce nel deserto”? E proprio di deserto si trattava visto che il suo annuncio del Messia è andato sostanzialmente a vuoto.

I religiosi del tempo, che avrebbero dovuto capire meglio degli altri le circostanze, non lo ascoltarono affatto.

Gli studiosi delle Scritture dovevano sapere che quello era il periodo in cui sarebbe dovuto arrivare il Messia.

Per loro non sarebbe dovuto essere difficile contare gli anni dall’ordine di Ciro di ricostruire Gerusalemme a quando “un unto sarà soppresso”. Dovevano sapere che il Messia era in arrivo.

Ma chi ci credeva era probabilmente una minoranza, derisa o messa in disparte, poiché quanto affermava metteva in cattiva luce, prospettando per loro una perdita di potere, le autorità religiose del tempo.

Forse erano in pochi come noi che ci prendiamo la briga di esporre il Vangelo ai giorni nostri.

Per quanto oggi le fonti d’informazione si siano moltiplicate e gli studiosi della Bibbia, siano moltissimi, non si parla mai dell’imminente ritorno di Cristo. Le profezie si stanno avverando giorno dopo giorno, ma nessuno mette il mondo in allerta, se non i credenti.

 La società attuale sta divorando l’attenzione ed il tempo degli esseri umani con le passioni sportive, politiche e dell’arte, il lavoro e le necessità della famiglia per essere seguite richiedono una dedizione totale e rendono i ritmi di vita frenetici.

Sembra quasi che ci sia un obiettivo globale di far trascorrere l’esistenza il più velocemente possibile al fine di arrivare al traguardo della morte senza rendersi conto di aver vissuto su questa terra la propria vita.

La società è nemica della pace interiore e, in secondo luogo, di quella sociale.

La mancanza di fiducia nel prossimo è un sentimento crescente, che spinge a diffidare di tutto e tutti e, probabilmente, anche del messaggio del Vangelo e di chi lo porta.

I messaggi mediatici, così confusi e sbagliati, rendono l’atmosfera intorno a noi insicura, destabilizzando le nostre certezze e gettandoci in pasto all’ansia.

La paura di attacchi terroristici diventa, a ragione, all’ordine del giorno e tutto il mondo occidentale sta diventando ostaggio, da un lato del fanatismo Islamico, dall’altro dell’esigenza di sicurezza e perciò dello sviluppo sempre più evoluto del controllo degli individui con conseguente perdita della privacy.

I credenti sono spettatori di un’evoluzione deprimente della società.

Ma alla luce di quanto è esposto nella Bibbia, tutto quello che accade è perfettamente conforme agli eventi che devono precedere il ritorno del Signore.

“Poiché questo vi diciamo per parola del Signore: che noi viventi, i quali saremo rimasti fino alla venuta del Signore, non precederemo quelli che si sono addormentati; perché il Signore stesso, con potente grido, con voce d’arcangelo e con la tromba di Dio, scenderà dal cielo, e i morti in Cristo risusciteranno i primi; poi noi viventi, che saremo rimasti, verremo insieme con loro rapiti sulle nuvole, a incontrare il Signore nell’aria; e così saremo sempre col Signore. Consolatevi dunque gli uni gli altri con queste parole”  ( 1 Tessalonicesi 4:15-18).

Possiamo trarre dalle circostanze conforto e nuova speranza, non per le cose terrene, che andranno peggiorando per precipitare una volta che la Chiesa sarà portata via sulle nuvole, ma per l’avvicinarsi della nostra vita eterna insieme a Cristo.

 Possiamo continuare ad indignarci per le ingiustizie di cui siamo spettatori e forse vittime su questa terra, possiamo contribuire a cercare di cambiare in meglio le circostanze attorno a noi continuando ad essere il sale spirituale, ma non dobbiamo sorprenderci se prima o poi il mondo ci deluderà, se i nostri amici si comporteranno in modo incoerente con quanto di giusto vanno affermando o promettendo.

Davanti a questo un credente può trovare riposo in Dio, e se anche vacilla e cade, può rialzarsi invocando il nome del Signore.

Talvolta anche noi siamo inghiottiti dal tram tram della società ed è per questo che possiamo avere compassione di chi, non avendo accesso al Padre, sotto la pressione di una vita inesorabilmente schiacciante, capitola e si arrende alla propria natura malvagia, deludendo la nostra fiducia.

 La nostra preghiera deve essere quella di non stancarci e di non lasciarci sopraffare dalle circostanze e dagli eventi, per poter perseverare nella testimonianza e nella comunione col Padre. n