Una
fronte di diamante
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robabilmente
non c’è stato periodo della storia mondiale in cui dei valori cristiani —meglio
pseudocristiani—siano stati tanti divulgati come nel mese scorso.
La morte di Giovanni Paolo II ha mobilitato
un’onda mediatica di risonanza universale. E con le immagini della vita del
papa siamo stati sommersi anche da buonismo “fratellanza, amore e carità”. È
stato impressionante vedere come in ogni parte del mondo tutti fossero
d’accordo nel promuovere questi valori, facendoli coincidere con il messaggio
di Cristo, che invece ha parlato molto più di giudizio che non di pace e
fratellanza fra tutti gli uomini.
Una frase che è stata ripetuta centinaia di
volte, proprio perché cara al pontefice è il versetto 42 di Matteo 24: “Vegliate, dunque, perché non sapete in
qual giorno il vostro Signore sia per venire”.
L’interpretazione che ne è stata data era in
riferimento al momento della morte, ignorando completamente il significato
contestuale di quel versetto, che riguarda il ritorno di Gesù.
L’attenzione è stata puntata sull’operato di un
uomo, sulla sua figura, sia religiosa che politica ( basta pensare a quale
colpo mortale ha dato il papa polacco al regime comunista dell’Unione
Sovietica!) con lo scopo di adorarlo ed osannarle.
Le profezie della Bibbia mi appassionano molto,
le ho lette e rilette, studiate, analizzate, e tutto questo grande movimento mi
ha fatto pensare che si stessero facendo le prove generali dell’ “ecumenismo
globale”, la religione mondiale descritta nel libro dell’Apocalisse che farò da
piedistallo all’Anticristo.
Non sta a noi giudicare la fede delle altre
persone, ma siamo chiamati a discernere i frutti di chi ci circonda. Sappiamo
che l’albero buono farà i frutti buoni e quello cattivo, frutti cattivi.
Puntualmente, Dio ha guidato le cose in modo
tanto saggio che proprio in quel periodo, in chiesa, la domenica mattina,
abbiamo potuto ascoltare una serie di sermoni, di Lucio Stanisci, molto
stimolanti su come presentare in modo biblico il vangelo: Testimoni senza rimorsi.
La Bibbia afferma che per essere salvati è
necessario nascere di nuovo, rendersi conto di essere peccatori davanti a Dio,
e riconoscere che Gesù morì per pagare questo nostro peccato. Chiedere a Dio la
salvezza eterna in nome del sacrificio che Gesù ha compiuto potrebbe sembrare
un atto fin troppo facile, ma, in realtà, è impossibile a chi non ha fede.
Di questa certezza di essere salvati non si è
parlato nelle trasmissioni, interviste, testimonianze riguardo la vita del
papa. L’insinuazione, fatta a stento ai suoi funerali che lui potesse essere
già in cielo, ha suscitato grandi polemiche.
Senz’altro non sono io il giudice che ha stabilito dove sia andato il
papa, una cosa è sicura, però: La Chiesa Romana non dà nessuna garanzia a
riguardo. (Nel numero di giugno della VOCE del VANGELO ci sarà un articolo su
questo argomento dal titolo La
confusione ha trionfato. Ne raccomando la lettura! n.d.r.)
Nonostante i cambiamenti che sono intervenuti
nella dottrina cattolica, la sostanza rimane la stessa. La salvezza è sempre il
premio di un faticoso e incerto iter in
cui contano bravura, meriti, sacramenti, offerte e fedeltà alla Chiesa Romana,
proprio come ai tempi di Lutero. E, infatti, gli evangelici sono ancora
definiti una setta. Quello che è cambiato è che oggi è permesso leggere i
Vangeli. E la Parola di Dio può parlare da sola ed in modo molto efficace.
Grazie a questa lettura molte persone potranno
riscontrare le contraddizioni fra le “pratiche cristiane” della tradizione e
l’insegnamento biblico, e, se sono sincere, cercheranno risposte più
appropriate, più chiare.
In quel momento sarà fondamentale l’incontro con
un vero cristiano che espone un messaggio nitido, limpido e definito, non una
brodaglia annacquata, accomodante verso tutti.
Un’esposizione chiara del Vangelo, e intendo
quindi del peccato umano, del giudizio, dell’assoluta urgenza e necessità di
salvezza, del ravvedimento e dell’abbandono del peccato in piena sottomissione
a Dio, non può lasciare indifferenti. O lo accetti… o ti infastidisce.
“Guai a voi
quando tutti gli uomini diran bene di voi, perché i padri loro facean lo stesso
coi falsi profeti. Ma a voi che ascoltate, io dico: Amate i vostri nemici; fate
del bene a quelli che v’odiano; benedite quelli che vi maledicono, pregate per
quelli che v’oltraggiano” (Luca 6:26-28).
Questa realtà non cambierà mai, anzi la Bibbia
dice che andrà sempre peggiorando. Non solo le persone diventeranno sempre più
egoiste e ribelli, non solo non vorranno abbandonare la loro vita vissuta solo
per se stessi, ma il Diavolo stesso combatte per non lasciare che le sue prede
siano liberate. Il profeta sperimentò questa forte opposizione e Dio gli
rispose “Figliuol d’uomo, va’, récati
alla casa d’Israele, e riferisci loro le mie parole; poiché tu sei mandato, non
a un popolo dal parlare oscuro e dalla lingua non intelligibile, ma alla casa
d’Israele: non a molti popoli dal
parlare oscuro e dalla lingua non intelligibile, di cui tu non intenda le
parole. Certo, s’io ti mandassi a loro, essi ti darebbero ascolto; ma la casa
d’Israele non ti vorrà ascoltare, perché non vogliono ascoltar me; giacché
tutta la casa d’Israele ha la fronte dura e il cuore ostinato. Ecco, io
t’induro la faccia, perché tu l’opponga alla faccia loro; induro la tua fronte,
perché l’opponga alla fronte loro; io rendo la tua fronte come un diamante, più
dura della selce; non li temere, non ti sgomentare davanti a loro, perché sono
una casa ribelle" (Ezechiele 3:4-9).
Ai tempi nostri portare il messaggio della
Verità non è più o meno facile che al tempo di Ezechiele.
Anche noi abbiamo bisogno di fronti dure come
diamanti per fronteggiare il nemico, fronti come quella di Giovanni Battista,
dell’Apostolo Paolo e dei Testimoni dell’Apocalisse.
Perché proprio loro?
Chiedetelo a Lucio. n